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FISCALITA'

Lavoratori impatriati: le nuove agevolazioni previste

Lavoratori Impatriati

Lavoratori impatriati. Ecco il nuovo regime per chi trasferisce la residenza in Italia. In quest’articolo analizziamo tutti i dettagli previsti dalla legislazione vigente.

Il regime dei lavoratori impatriati è un regime di tassazione agevolata temporaneo, valido per i lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia a partire dal periodo d’imposta 2024, ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 209/2023. Il regime prevede che i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e quelli da lavoro autonomo prodotti in Italia entro il limite annuo di 600.000 euro concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare. Di conseguenza, il contribuente che esercita l’opzione del regime impatriati paga le imposte sulla metà del reddito conseguito.

Lavoratori impatriati: le condizioni per fruire del regime

Per poter fruire del regime previsto per i lavoratori impatriati, occorre:

  • – Impegnarsi a risiedere fiscalmente in Italia per almeno quattro anni
  • – Non essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti il loro trasferimento
  • – Aver prestato per la maggior parte del periodo d’imposta nel territorio dello Stato
  • – Essere in possesso di requisiti di elevata qualificazione o specializzazione indicati dal decreto legislativo n. 108/2012 e dal decreto legislativo n. 206/2007.

Per quanto concerne la seconda condizione richiesta (quella di non essere stati fiscalmente residenti in Italia nei periodi d’imposta precedenti il trasferimento), se il lavoratore presta l’attività lavorativa in Italia per lo stesso soggetto presso il quale è stato impiegato all’estero prima del trasferimento, oppure per un soggetto appartenente al suo stesso gruppo, il requisito minimo di permanenza all’estero è di  sei periodi d’imposta.

Tale condizione vale se il lavoratore non è stato in precedenza impiegato in Italia in favore dello stesso soggetto oppure di un soggetto appartenente al suo stesso gruppo; il periodo è, invece, di sette periodi d’imposta, in caso contrario.

Per appartenenti allo stesso gruppo si considerano: i soggetti tra i quali sussiste un rapporto di controllo diretto o indiretto, e i soggetti che sono sottoposti al comune controllo diretto o indiretto da parte di un altro soggetto.

Il regime per i lavoratori impatriati si applica a partire dal periodo di imposta in cui è avvenuto il trasferimento della residenza fiscale in Italia e nei quattro periodi d’imposta successivi. Se il lavoratore non mantiene la residenza in Italia per almeno quattro anni, il lavoratore decade dai benefici e si provvede al recupero di quelli già fruiti, con l’ applicazione dei relativi interessi.

I cittadini italiani si considerano residenti all’estero se risultano iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), oppure se hanno  posseduto la propria residenza in uno stato nel quale vige una convenzione contro le doppie imposizioni con l’Italia.

Lavoratori impatriati: ulteriori agevolazioni

Per i lavoratori con figli minorenni si prevede un ulteriore trattamento di favore. In questo caso specifico, infatti, è imponibile il reddito per il 40% del suo ammontare nel caso in cui il lavoratore si trasferisce in Italia con un figlio minore, oppure nel caso in cui nasca un figlio minore, oppure sia adottato, durante la fruizione del regime.

L’agevolazione, in quest’ultimo caso, decorre a partire dal periodo della nascita o dell’adozione.

La maggiore agevolazione si applica se il figlio minore di età – o il minore adottato – sia residente nel territorio dello Stato durante il periodo di fruizione del regime da parte del lavoratore.

Per quanto riguarda, invece, l’esonero contributivo, esso dura sempre tre anni. Tuttavia, per le assunzioni a tempo indeterminato compiute tra il 1 Luglio dello scorso anno ed il 31 Dicembre dell’anno in corso, l’esonero è totale per un tetto massimo di 800 euro mensili.

L’esonero non risulta cumulabile con altri sgravi contributivi ma lo è con la maxi-deduzione per le nuove assunzioni pari al 120% del costo del lavoro.

Il nuovo regime per i lavoratori impatriati è compatibile con gli altri regimi di favore previsti per i lavoratori che trasferiscono la residenza fiscale in Italia, come, ad esempio, quelli legati all’attività dei ricercatori.  Contattaci per saperne di più.

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